Su Dario Giovannini sono già stati scritti diversi manuali e autobiografie. Dario è detto anche l’orecchio del gruppo, infatti riconosce immediatamente qualsiasi nota che uno strumento possa suonare. Ma Dario può fare molto di più: se vuoi provate ad emettere un qualsiasi rumore con un qualsiasi mezzo, lui vi dirà la tonalità con cui lo avete fatto. Attenzione quando andate in bagno perché se lui è nei paraggi vi potrebbe scrivere su un pentagramma la vostra esecuzione appena conclusa, comprensiva di sciacquone.
Di madre giapponese, purtroppo non è riuscito a mantenere viva la padronanza della lingua nipponica. Padre di Anita, convive con Roberta, con cui condivide il lavoro e la passione per la musica. Dario ha collaborato e collabora con diversi artisti italiani, fra i quali i Baustelle e la nuova testimonial di I love gelato Panna Oxa.
Colui che, durante una cena torinese, ha rivelato l’autentico modo di bere il sakè, ha sempre guidato il furgone della band, senza che nessun altro si sia mai potuto avvicinare, tanto meno il Frei, per fortuna. Durante questo tour suonava la fisarmonica, e a furia di camminare per le strade italiane ha consumato un paio di scarpe.
Considerato il boss del gruppo, gode di ottima stima fra i commilitoni. Detentore della magnifica cartelletta rossa, nella quale custodiva le sorti di ogni singola data. Solo al Bino era permesso toccarla, senza che venisse punito per l’atto sacrilego.
Con l’intento di depistare delle indagini a suo carico, a metà tour ha deciso di tagliarsi i capelli e di occidentalizzarsi la forma degli occhi, ma è stato subito fermato alla dogana slovena con l’accusa di detenzione illecita in un furgone di rifiuti in un sacchetto dell’immondizia, cosa che si portava dietro dagli inizi del tour.