martedì 8 giugno 2010

Dario Giovannini (fisarmonica, arrangiamenti, direzione artistica)


Su Dario Giovannini sono già stati scritti diversi manuali e autobiografie. Dario è detto anche l’orecchio del gruppo, infatti riconosce immediatamente qualsiasi nota che uno strumento possa suonare. Ma Dario può fare molto di più: se vuoi provate ad emettere un qualsiasi rumore con un qualsiasi mezzo, lui vi dirà la tonalità con cui lo avete fatto. Attenzione quando andate in bagno perché se lui è nei paraggi vi potrebbe scrivere su un pentagramma la vostra esecuzione appena conclusa, comprensiva di sciacquone.
Di madre giapponese, purtroppo non è riuscito a mantenere viva la padronanza della lingua nipponica. Padre di Anita, convive con Roberta, con cui condivide il lavoro e la passione per la musica. Dario ha collaborato e collabora con diversi artisti italiani, fra i quali i Baustelle e la nuova testimonial di I love gelato Panna Oxa.
Colui che, durante una cena torinese, ha rivelato l’autentico modo di bere il sakè, ha sempre guidato il furgone della band, senza che nessun altro si sia mai potuto avvicinare, tanto meno il Frei, per fortuna. Durante questo tour suonava la fisarmonica, e a furia di camminare per le strade italiane ha consumato un paio di scarpe.
Considerato il boss del gruppo, gode di ottima stima fra i commilitoni. Detentore della magnifica cartelletta rossa, nella quale custodiva le sorti di ogni singola data. Solo al Bino era permesso toccarla, senza che venisse punito per l’atto sacrilego.
Con l’intento di depistare delle indagini a suo carico, a metà tour ha deciso di tagliarsi i capelli e di occidentalizzarsi la forma degli occhi, ma è stato subito fermato alla dogana slovena con l’accusa di detenzione illecita in un furgone di rifiuti in un sacchetto dell’immondizia, cosa che si portava dietro dagli inizi del tour. 


lunedì 7 giugno 2010

Matteo Ricci (trombone ed ex ovetto)


Matteo Ricci detto il Puccia, nome affibbiatoli o auto affibbiatosi durante le date leccesi del tour. Divoratore di gelati, in media due o tre per ogni singola data, si narra che una volta sia andato nel laboratorio di un cliente e si sia attaccato alla bocchetta del mantecatore divorandosi circa due chili di cioccolato fondente.
Vive in simbiosi con il suo strumento, come se fosse un’appendice del suo corpo. Alcuni dicono che fu separato da esso alla nascita tramite un complicato intervento di microchirurgia estetica in un noto ospedale del New Jersey. Il Puccia lucida, monta, smonta e ammira in continuazione il suo trombone. È impossibile che lo lasci incustodito anche solo per pochi attimi. Persino quando dorme o fa la doccia se lo porta con sé, avvolto in una speciale custodia idrorepellente. Mentre suona non è affatto raro osservare come il suo strumento sputi, davvero enormi quantità di saliva, attraverso una piccola fessura alla sua estremità. Una volta il Cacco stava persino per scivolare su questa bava.
Ricoperto da una folta pelliccia, che lo rende invulnerabile alle escursioni termiche è stato il più corridore del gruppo, tenendosi in costante allenamento fisico. Possiede un paio di scarpe che indossa dai tempi della Perestrojka. Un po’ timido, ma di ottima compagnia. All’inizio del tour suonava anche l’ovetto, ma poi ha preferito sostituirlo con uno di cioccolata.
Per tutto il tour ha affiancato il Bino nel difficile compito di brand man, indossando sempre in ogni occasione il merchandising ufficiale dell’evento.


domenica 6 giugno 2010

Lorenzo Pezzi (percussioni)


Lorenzo Pezzi, in arte il Cacco, soprannome affibbiatoli in quel di Barletta da una giovane ragazza del luogo. Sebbene in pochi , fra i quali il sottoscritto, sappiano il significato di questo nomignolo, esso rispecchia in pieno la personalità di Lorenzo. Nato a Cesena, vissuto e vivente a Cesena, il Cacco incarna il cesenate tipo. Duranti i check-in negli alberghi ha sempre avuto delle difficoltà a far capire il proprio cognome, a causa del suo forte accento romagnolo che lo porta a confondere la “zeta” con  la “esse”. Modaiolo del gruppo, non disdegna lo shopping e la cura del corpo. Si narra che durante una delle date milanesi abbia confuso un bordello cinese con un centro massaggi orientali. Grazie alla sua bellezza riesce a conquistare qualsiasi tipo di donna che gli si presenta innanzi, portarselo dietro a ballare è una garanzia di successo. Studente di batteria, durane il tour indossava una sorta di armatura che gli permetteva di esibirsi nelle percussioni. Dopo la seconda data del tour ha perso un bullone di tale armatura. Il Bino gli aveva promesso di comprarlo immediatamente, ma così non è stato. Magari lo farà per natale insieme al sound del Frei.
Mentre suona il Cacco, forse per tenere il tempo o forse come rito propiziatorio nei confronti del suo pubblico, si cimenta in una danza strana, che lo rende alquanto buffo. La ricerca degli stacchi e dei finali corretti, lo hanno portato a discutere con il Man.
Di buona compagnia, si adatta camaleonticamente alle situazioni che gli vengono proposte. Inoltre i suoi modi di fare tipicamente romagnoli rendono piacevole il tempo trascorso insieme a lui.
Oggetto, suo malgrado, delle burla del gruppo, si è dimostrato paziente anche se non sempre autoironico. La sua fama con questo tour è aumentata al punto di meritarsi un cartellone pubblicitario inneggiante il suo soprannome in quel di Padova.
E a noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo non ci resta che urlare: “Evviva il Cacco!”
                                                                                          to be continued...

venerdì 4 giugno 2010

Gianni Perinelli (sax e cabasa)


Innanzitutto per chi non sapesse che cosa sia la cabasa, essa è strumentoidiofono di origine africana simile allo shekere, è costruito con un cilindro metallico dalla superficie ruvida su cui è arrotolata una catena di biglie d'acciaio. Lo strumento ha una impugnatura in legno o plastica. Viene utilizzato nei ritmi latini, specialmente nellabossa nova

Detto questo Gianni è un noto saxofonista romano, da anni insediato in Romagna. La sua parlata romana lo rende subito simpatico agli occhi, o meglio alle orecchie, di chi lo incontra. Divoratore di libri, non è affatto raro incontrarlo la mattina presto leggere davanti ad una tazza di caffè, mentre si fuma una sigaretta, rigorosamente fatta a mano.

Padre di due figli, che anche loro stanno seguendo le orme paterne. Uomo di mondo e di grande esperienza, il senior del gruppo. Famosa la sua frase utilizzata ad ogni brindisi “A chi ce vo’ male”. A differenza del Puccia,  ha un rapporto tranquillo con il suo strumento, che mostra un’aria di vita vissuta, che rende così piacevole il suo suono.
Durante questo tour alternava il sassofono alla cabasa, offrendo al suo pubblico squisite jam session da vero professionista.


                                                                                                        to be continued....

giovedì 3 giugno 2010

Frei Rossi (banjo e voce)



Frei Rossi vive nell’entroterra romagnolo, a confine con la Toscana. Si narra che abiti in una casa cedutagli da un vecchio del paese. Lo si può avvistare spesso sulla sua pandina, mentre cerca di raggiungere la sua abitazione. Abituato a percorrere queste strade impervie e solitarie, non ha molta dimestichezza con la guida nelle città. Se siete in giro insieme a lui, cercate di guidare voi. Indiscutibile front-man del Coro Corridore, colui che decide i brani da eseguire e le location migliori. Durante le perfomance carbura grazie a birre Ceres e vino rosso, della cantina di suo padre. Utilizza il cellulare esclusivamente per ricevere chiamate da parte di suo nonno, che per fortuna, di Frei, è ignaro dell’esistenza dei social network. Frei suole dormire fino a tardi e possiede un’innata capacità ironica, che lo conduce a canzonare i membri più indifesi della band e non solo. È perennemente alla ricerca del sound¸ di cui neppure lui conosce bene di cosa si tratti, il Bino sta pensando di regalarglielo per le prossime festività natalizie.

                                                                                                         to be continued...


I love gelato® tour musicale 2010


I love gelato® tour musicale 2010

04 aprile – 30 maggio 2010

Regioni visitate

Molise, Puglia, Calabria, Campania, Lazio, Umbria, Toscana, Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Marche.

Partecipanti

Andrea Bino, Frei Rossi, Gianni Perinelli, Lorenzo Pezzi, Matteo Ricci e Dario Giovannini

Ringraziamenti

Elisa Raggini per assistenza volantini
Barbara Iaria per assistenza sito internet e video
Michele Bertoni per assistenza logistica e allocativa


Domenica 30 maggio Riccione Gelateria Slurp, ultima data del tour


Breaking news: migliaia di palloncini sommergono i turisti in viale Ceccarini a Riccione


La mamma me lo diceva sempre, quando hai un impegno importante la sera precedente bisogna andare a letto presto. Il mio coinquilino all’università invece mi diceva che quando non puoi fare a meno di uscire la sera precedente, è meglio fare il cosiddetto “dritto”, non andare proprio a letto, per poi riposare la notte successiva. Sicuramente la via di mezzo non è quella corretta, credetemi.

Mi risveglio ancora annebbiato dalla vodka e Red Bull. Stamani è una di quelle mattine in cui bisogna appellarsi all’aiuto del mitico beverone anti sbornia, la cui ricetta segreta non è possibile divulgare su questo blog.

Ore 15:30 ritrovo in gelateria insieme ad Ennio per l’ultima operazione palloncini del tour. Non ci posso credere. Mai più palloncini da gonfiare, un addio definitivo al mini compressore in dotazione. Una lacrima, una prece, una fitta al cuore. Gonfiamo trecentocinquanta palloncini I love gelato e una cinquantina di palloni della gelateria. Li posizioniamo all’interno di un recinto ricavato da alcune sedie all’esterno della gelateria. Il regno dei bambini, mi ci perderei pure io là dentro.

Ore 16:30 arrivo del Coro Corridore con il rinforzo di Nera e Leslie, due ragazze che distribuiranno gadget I love gelato e pittureranno le persone che si imbatteranno nel Coro. Il tempo di sistemare alcune cose, arrivano anche a rinforzo i miei colleghi del marketing, e via, partiamo alla volta di viale Ceccarini.
Che spettacolo! La gente si ferma, canta, balla, si fa truccare. Una festa bellissima. Ho sempre pensato che questi romagnoli hanno una marcia in più, infondo, ho deciso di vivere qui anche per questo. Le due ragazze sono bravissime, fermano i passanti, li pitturano e ballano con loro.

Suoniamo per più di un’ora lungo il viale e poi decidiamo di tornare in gelateria dove inizia una mega festa all’insegna della musica e dei palloncini. Anita, la figlia di Dario, è in estasi di fronte a tutti quei palloncini.



Dopo la nostra performance  ci fermiamo per un aperitivo gentilmente offerto e preparato da Ivana, una dei due titolari del punto di vendita. Subito dopo i ragazzi riprendono a suonare alcuni pezzi “soft”. Intonano una canzone di Dente, vi ricordate il concerto a Padova.  In un attimo mi passano per la testa i momenti più belli di questa avventura. Eccolì, tutti e cinque in fila, illuminati da un caldo sole al tramonto.

Passata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso.

Il Coro Corridore, evanescente, incalzante ed impetuoso, come il vento ha lasciato i suoi spettatori così, un po’ spettinati, storditi, stupiti dal suo passaggio. Due mesi di scorribande, gelati e musica. Tanti ricordi, molteplici vicissitudini, sorrisi strappati alla monotonia delle giornate di provincia.

Grazie ragazzi per quello che fate, grazie per la vostra musica, grazie per il vostro progetto.
Grazie MEC3 per essere così all’avanguardia nel proporre iniziative di questo tipo.
Grazie Megane per avermi accompagnato con dedizione e fedeltà.
Grazie Elisa e grazie Barbara per la vostra preziosa collaborazione.

E grazie anche a voi, gelatieri che avete aderito a questa fantastica avventura. Grazie per portare dolcezza nelle vite dei vostri clienti.

I love gelato siete anche voi.

Il vostro Bino